La Lotteria (The Lottery di Papirous)

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    La Lotteria

    mini ff The Lottery di Elsa Doumtsi, in arte Papirous
    Traduzione di Valeria Lucia Muggiani
    con disegni e fan art di Morena


    Introduzione
    Cosa sarebbe successo “se” Candy e Terry non fossero caduti nella trappola di Eliza e avessero continuato a frequentare il college St. Paul nel periodo di San Valentino. Basato sul manga, in cui il bacio è stato scambiato a maggio e non in Scozia come nell’anime.

    Crediti
    - per la mini fan fiction a Elsa Doumtsi (Papirous)
    - per la traduzione dal testo inglese a Valeria Lucia Muggiani
    - per i disegni e le fan art a Morena

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    :book: -->QUI<-- presentazione della mini ff e spazio commenti per la lettura condivisa :book:



    Edited by Tamerice - 11/8/2021, 18:04
     
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    La Lotteria

    mini ff The Lottery di Elsa Doumtsi, in arte Papirous
    Traduzione di Valeria Lucia Muggiani
    con disegni e fan art di Morena

    Capitolo 1


    Era domenica mattina e tutti gli studenti, ragazzi e ragazze, erano riuniti nella chiesa di St. Paul, dove la maggior parte di loro stavano seguendo la messa con grande difficoltà a tenere gli occhi aperti, soprattutto per sonnolenza ma anche per la noia della routine settimanale della presenza in chiesa. Candy non era un’eccezione, sebbene lei stessa in passato avesse preso in giro Terry per la sua tendenza ad addormentarsi durante la messa. Ora si sentiva veramente grata alla sua buona stella per la sua assenza e il fatto che non l’avrebbe presa in giro più tardi. Non solo si era addormentata, ma era quasi sicura di avere sbavato, perché quando Annie l’aveva scossa per svegliarla, le aveva offerto anche un fazzolettino.

    Non era certo colpa sua se aveva così sonno, ma della festa a sorpresa della sera precedente per festeggiare il compleanno di Terry, compresa di tutti i suoi cugini e amici. In una modalità quasi magica, erano diventati un gruppo abbastanza bizzarro per la fine dell’estate. Stear e Terry sembravano aver trovato diversi modi di comunicazione e un’amicizia aveva iniziato a crescere. Nel caso di Archie, ovviamente, le cose erano abbastanza fredde, ma soprattutto Terry sembrava fare uno sforzo tremendo per non contrastarsi a vicenda. Candy capiva che lo faceva principalmente per il suo bene, e non poteva non sentirsi lusingata, ma anche orgogliosa che la Scozia li aveva resi un gruppo. Anche se uno un po’ strano.

    Dopo il ritorno dalla vacanza estiva, non riusciva proprio a capire come avesse fatto il tempo a scorrere veloce come l’acqua. Quando tornò al college, quando cominciò nuovamente a studiare, quando arrivò il Natale… e che Natale! Anche se inizialmente la zia Elroy aveva richiesto che Candy tornasse in America per le vacanze, finalmente aveva deciso di portare con sé solo Neal e Eliza. Quale benedizione!

    Lei avrebbe passato le vacanze al college assieme a Stear e Archie. A questa notizia felice si aggiunsero Annie e Patty che, dopo diverse suppliche, riuscirono a persuadere i genitori a lasciar loro passare le vacanze con gli altri. Comunque, quello che fece davvero la differenza per Candy, fu la sorpresa di Terry. Anche se aveva detto che sarebbe stato via per il Natale, alla fine e come all’incirca ogni volta, la sorprese quando si presentò per la vigilia di Natale. Anche in quel momento, Candy se lo ricordava, il suo cuore batteva all’impazzata, come ogni volta che si trovava in sua presenza o sentiva il suo nome.

    Era un dato di fatto che dopo l’estate si erano avvicinati, mentalmente, spiritualmente e fisicamente…? A parte un bacio gentile sulla sua fronte quando erano in Scozia, Terry non aveva più provato a baciarla, almeno non fino a Natale e all’incidente sotto il vischio! Ma ancora aveva deciso di darle un caloroso bacio sulla guancia.

    Forse è perché eravamo davanti agli altri…” pensò per giustificare il fatto che Terry non avesse provato a baciarla sulle labbra. Un singolo bacio sulle labbra, che aveva sentito solo per pochi istanti nella profumata aria di maggio. Un bacio per il quale non era pronta allora. Un bacio che era rimasto intenso e vivo nella sua memoria, così vivo come le labbra di Terry sulle sue. Con questo pensiero, le sue guance presero fuoco! Una cosa che accadeva sempre più spesso ultimamente. Al minimo pensiero che Terry potesse accidentalmente toccarla, sentiva che la sua testa poteva esplodere!

    Un’altra scoperta era che sentiva questo cambiamento anche nel suo corpo. La prima volta che lo ha notato era un giorno in cui sedevano assieme sulla sfuggente collina del college, condividendo quell’abitudine comune che avevano sviluppato di sedere sotto un grande albero, con le spalle che si sfioravano, per godere della serenità.

    Ma un giorno Terry fece qualcosa che non aveva mai fatto prima.

    Lo aveva sentito avvicinarsi, aveva quasi sentito il suo respiro tra i suoi capelli. Il suo calore la stordiva e rimase completamente ferma. Sentì poi il suo respiro così vicino al suo orecchio che aveva pensato di svenire. “Candy…” aveva sussurrato con una voce profonda e le sue mani passarono lentamente tra i suoi ricci. Un bruciore dolce le attanagliò lo stomaco. Anche se stava indossando il cappotto, poteva sentire ogni poro del suo corpo restringersi. Prima che se ne rendesse conto, Terry aveva sciolto i suoi codini e stava reggendo in mano i due nastri rosa. “Terry…” balbettò stordita. Sentì che si allontanava e si girò a guardarlo curiosa. Aveva un gran sorriso in volto, quel suo bellissimo sorriso che riempiva i suoi occhi di zaffiro di stelle lucenti e lei sussultò.

    Stupita lo vide legarsi un nastro attorno al collo come una cravatta e mise l’altro nella tasca dei suoi pantaloni.

    “Perché mi stai guardando in questo modo, Tutte Lentiggini?! Credevi di essere l’unica col diritto di possedere la mia cravatta?”
    Come se si fosse ripresa da uno stordimento, saltò su.
    “Terence, non è la stessa cosa! Come posso tornare al dormitorio così?”
    “Non vedo il problema…”
    “I miei capelli sono un disastro senza i nastri! In più potrebbero chiedermi perché e come i miei capelli abbiano questo aspetto!”
    “Ci sono molti motivi per cui una ragazza possa avere i capelli arruffati…” le disse dolcemente, avvicinandosi lentamente, “perché non dici loro la verità…?” la prese in giro.
    “E quale sarebbe, se posso sapere?” gli chiese inasprita.
    “La verità è… che…” le sue labbra erano ora vicine al suo orecchio facendola rabbrividire per il tocco e il sussurro, “la verità è… che… al tuo ragazzo piaci di più così!” aggiunse Terry e le diede un bacio sotto il lobo del suo orecchio.

    Più tardi Candy ricordò che era tornata in stanza come ipnotizzata, con le guance che andavano a fuoco, il suo corpo tremava in modo assurdo come se avesse la febbre e il suo solo pensiero era che aveva bisogno di gettarsi acqua fredda sul viso per sentirsi meglio. Un po’ come l’acqua fredda, la dura voce di Suor Gray alla fine della messa colpì Candy, risvegliandola violentemente dal suo sogno ad occhi aperti.

    “So bene che tutti voi non vedete l’ora di andarvene oggi, che è la vostra quinta domenica, ma vorrei parlarvi di un evento che avrà luogo nel nostro college questo mese e nei prossimi anni:”
    I borbottii degli studenti cominciarono a creare un’intensa baraonda.
    “Silenzio!” gridò Suor Grey e immediatamente calò il silenzio, “molti anni fa, nel giorno della celebrazione e in onore del nostro grande San Valentino…” nel sentire il nome di San Valentino il brusio ricominciò, più forte di prima.
    “Silenzio! Al prossimo rumore, starete qui dentro per venti minuti a pregare, ritardando la vostra uscita!”
    Un silenzio mortale si impadronì della chiesa.
    “Il rituale che verrà celebrato è radicato nei primi anni del nostro Cristianesimo e cominciò per onorare annualmente la memoria del nostro San Valentino, che fu sacrificato nel nome del nostro Dio e del Suo amore. Il nome di ragazze giovani venivano scritti su piccoli pezzetti di carta e messi in una scatola di legno – una scatola della lotteria. Poi, sotto la supervisione di un monaco o un prete, dei giovani ragazzi della stessa età sceglievano il nome di una ragazza. La missione dei ragazzi era di tenere segreto il nome che ricevevano, sia dagli altri ragazzi che, soprattutto, dalle ragazze. Alla vigilia della celebrazione di San Valentino, ogni giovane rivelava il suo segreto solo alla ragazza il cui nome era scritto sul suo pezzo di carta. La missione della ragazza era di offrire in quel giorno un germoglio di mandorlo al ragazzo, come aveva fatto Giulietta quando aveva scoperto della morte di Valentino e piantato un mandorlo sulla sua tomba. Il rituale si concludeva con un ballo.”

    Sarebbe stato superfluo per Suor Gray di chiedere ai suoi studenti di stare zitti, siccome tutti erano sbalorditi da quello che avevano sentito e che, per loro, sembravano irreali! Alla fine, Suor Gray concluse il suo discorso senza indugio.
    “Infine, vorrei dirvi che la prossima domenica, dopo la messa, avrà luogo la pesca. Tenete presente che chiunque cerchi di imbrogliare alla lotteria sarà automaticamente escluso dagli eventi e passerà la giornata in isolamento. Buona giornata.”

    Un’ora dopo, Candy sedeva con Annie e Patty nella sala divertimenti vuota. Bevevano the e parlavano di quello che la Madre Superiora aveva detto. La giornata era abbastanza fredda ed era per questo che le tre amiche avevano deciso di passarla all’interno. Era anche l’unico giorno, la quinta domenica, che gli studenti di entrambi i sessi potevano passare assieme negli stessi luoghi. Le ragazze si affrettarono ad aggiornarsi prima dell’arrivo di Archie e Stear, quindi parlavano praticamente l’una sopra l’altra. Dentro di sé, Candy sperava che Terry avrebbe fatto la sua comparsa, ma non poteva mai essere sicura.
    “Ancora non ci credo! Il pensiero di festeggiare San Valentino quest’anno!” disse Patty, eccitata.
    “Ah! È così romantico! Assieme ai cioccolatini che farò per Archie, gli darò anche dei fiori!” aggiunse Annie sognante.
    “Annie, non per disturbare, ma non hai sentito cosa ha detto Suor Gray? È una lotteria!” disse Candy, un po’ spaventata.
    Le altre due ragazze la guardarono e caddero improvvisamente dalla loro nuvoletta rosa.
    “Oh! Allora… quello è… se… potrebbe non essere Archie a scegliere il mio nome!” balbettò Annie.
    “E Stear il mio…”
    “È per questo che si chiama lotteria, ragazze,” le prese in giro Candy.
    “Candy, a parte che stai cominciando a somigliare terribilmente a Terry con i tuoi commenti, come fai ad essere così calma? Non ti interessa se il tuo nome viene scelto da qualcuno che non sia lui?” chiese Patty curiosa.
    “Sì, infatti! E se fosse qualcuno di veramente brutto?... E se fosse Neal a pescare il tuo nome?” chiese Annie nel panico.
    “…O peggio… Il suo squallido amico con i brufoli!” disse Candy tra i denti.
    “Ecco! Lo hai detto! Ahh… cosa facciamo?”
    “Ragazze, calmatevi! Non dobbiamo baciarli! Daremo loro un ramo di fiori di mandorlo e potremmo dover ballare una o due volte con loro…” rispose Candy, ottimista come sempre.
    “Chi bacerà chi?” la canzonatoria voce di Terry risuonò dalla porta e le tre ragazze diventarono rosse come peperoni.
    “Terry…” cominciò a dire Candy, ma un’altra voce familiare non le permise di finire.
    “Grandchester, quando perderai la cattiva abitudine di origliare le giovani signore?” chiese ironicamente Archie, appena dietro Terry.
    “Pfff,” fece Terry altezzosamente e andò a buttarsi su una poltrona comoda vicina al caminetto.
    “Andiamo, Archie, come se non sapessi quanto è dispettoso Terry…” aggiunse Stear, sempre di buon umore, apparendo per ultimo, “allora, ragazze, possiamo stare con voi per il the?”
    “Ma certo, Stear!” disse Candy con un gran sorriso gioioso e si alzò per servire il the ai tre ragazzi.
    “Non per sembrare un ficcanaso, ma stavate parlando della lotteria, vero?” chiese Terry, facendo un occhiolino malizioso.
    In quel momento, Candy era in piedi di fronte a lui e stava per dargli la sua tazza. Anche se la sua reazione iniziale fu di arrossire, successivamente lo guardò infastidita.
    “Terence! È un bene sentire la tua domanda! Come hai saputo della lotteria, visto che stavi ronfando nella tua stanza? E sì, sei un ficcanaso!”
    Ci fu una risatina soffocata da parte di Archie. Oh, quanto lo divertiva vedere Candy rimettere a posto quel duca arrogante! D’altra parte doveva ammettere che avrebbe preferito che Candy guardasse lui nel modo in cui guardava sempre Terry.
    “Beh, non è stato tanto difficile scoprirlo… l’inventore, lì,” disse indicando Stear con lo sguardo, “è letteralmente corso in camera mia farneticando a proposito e della sua nuova brillante idea, interrompendo il mio meraviglioso sogno!”
    Tutti gli occhi della stanza si girarono verso Stear, che sembrava essere diventato rosso e stava cercando un angolo in cui nascondersi.
    “Non puoi sopportare di non aprire la bocca, non è vero?” disse Archie a Terry, infastidito.
    “Che sta succedendo?” chiese Candy sospettosa.
    “Niente!” risposero i tre ragazzi insieme.
    Le ragazze sembravano stupide. Oh! Sì, definitivamente qualcosa non andava e Candy non gliel’avrebbe fatta passare liscia.
    “Stear, cos’altro hai detto a Terry a parte la notizia della lotteria?! Di che idea sta parlando?” gli chiese, esaminandolo con i suoi occhi verdi.
    “Um… sì… hmm… non è ciò che pensi, Candy…” balbettò Stear.
    “Stear, per favore, dillo anche a noi…” disse Patty con una vocina.
    “Uh… di… Avevo idea…”
    “Sì…” insisté Candy.
    “Di inventare qualcosa così che la pesca non sarà così casuale” disse di colpo Terry e bevve un sorso del suo the.
    “Grandchester!” esclamò Archie.
    “Steaaaarrrr!” urlò Candy. Le altre due ragazze si coprirono la bocca con le mani dalla sorpresa.
    “Gli ho detto che se fa qualcosa del genere, sta andando alla ricerca di guai!” disse Archie infastidito, “e il Duca qui ha avuto la grande idea di supportare la pazzia di mio fratello!”
    “Terryyy!” urlò nuovamente Candy.
    “Sì?” disse Terry con un modo apparentemente innocente. “Ho solo detto che è una buona idea non pescare il nome di Eliza! A meno che non ti importi, Candy. Allora sarò il suo Valentino con la tua benedizione!” aggiunse scherzosamente.
    Candy si irrigidì. Il suo Terry… il Valentino di Eliza?! Al solo pensiero, il suo stomaco si attorcigliò. Ma cosa potevano fare? Suor Gray era stata molto chiara, chiunque provasse a truccare la lotteria e venisse scoperto, sarebbe stato punito. E Candy conosceva la punizione! No, non era il momento di rischiare, né lei né i suoi amici, e mancare interamente alla festa.
    “Avete sentito tutti cosa ha detto Suor Gray, non è… non si può truccare la lotteria! Stear, mi meraviglio che tu l’abbia anche solo pensato!”
    “Ma Candy, questa invenzione avrà successo, ne sono sicuro!”
    Tutti stavano guardando Stear inorriditi. Oh! Sì, sapevano quanto potevano avere successo le invenzioni di Stear. Poi Patty parlò.
    “Stear… non crediamo sia una buona idea… e se ti prendessero e ti punissero?! Allora… allora dovremo passare l’intera festa… senza di te…” disse a bassa voce e con il volto in fiamme.

    Alla fine, dopo un po’ di conversazione tra i commenti caustici di Terry e le risposte ironiche di Archie, lasciarono le cose andare. In ogni caso non potevano fare niente. avrebbero accettato stoicamente il risultato della lotteria e aspettato per passare un paio di ore al ballo, alla fine della festa.
    Mentre tornavano tutti alle loro stanze, Candy si fermò, si girò e notò con sorpresa che Terry se ne era andato! “Se ne è andato senza dire una parola…?” si chiese amareggiata, quando improvvisamente si sentì trascinare e una mano le tappò la bocca. Si trovò in una piccola stanza buia ed era pronta a mordere la mano del suo rapitore, quando sentì un profumo molto familiare, qualcosa tra la lavanda e la cannella, ma fresco come i boccioli di un albero di limoni.
    “Da cosa mi hai riconosciuto e non mi hai morso, Tarzan Tutte Lentiggini?” la voce di Terry era troppo dolce, come se avesse capito i pensieri di Candy, mentre le liberava la bocca ma la teneva lo stesso tra le braccia.
    “Terry! Dove siamo?! Perché…” cominciò a domandare, ma Terry la interruppe.
    “Ssshh… Ci sentiranno…” sussurrò nuovamente, “… in uno sgabuzzino, ma ti ho chiesto qualcosa…”

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    “Sei completamente impazzito, Terry?!” chiese il più piano che poté.
    Mi fai impazzire ogni giorno di più!” avrebbe voluto rispondere, ma preferì insistere con la sua domanda.
    “Ho chiesto prima io…” le disse piano e passò la mano sulla sua guancia calda. Non poteva vederla bene, ma poteva sentire i suoi brividi e immaginare il colore rosa che avrebbe assunto il suo viso.
    “Io… L’ho semplicemente capito…” balbettò Candy.
    “Da cosa…?” le sue dita cominciarono a tracciare i contorni del suo viso. Dalla sua guancia soffice alla sua tempia, passò al suo mento e molto lentamente il suo pollice si fermò sulla curva delle labbra di Candy.

    Terry sentì il suo respiro pungente e caldo sulla sua mano quando aprì leggermente la bocca e con estrema difficoltà si trattenne dal baciarla furiosamente. “No, non ancora,” si disse, ricordandosi il giuramento che aveva fatto. Avrebbe provato a baciarla ancora solo quando avesse visto che era pronta, e per dargli ancora più importanza ci avrebbe provato il giorno di San Valentino.

    Certo, non era facile stare in astinenza da lei, e sentiva di aver raggiunto molte volte il limite. Quello che Terry non aveva previsto, era che Candy era impulsiva quanto lui. Invece di rispondere alla sua domanda, Terry sentì le labbra di Candy lasciare un bacio tenero sul suo pollice. Il ragazzo si lasciò sfuggire un sospiro e sentì i battiti del cuore arrivare in Paradiso. Prima di rendersene conto, l’aveva già sollevata tra le sue braccia ed era pronto a reclamare quelle labbra, quando la campanella della scuola suonò. Terry si maledì e prima di lasciarla, disse troppo lentamente.

    “Non lascerò che nessuno sia il tuo Valentino a parte me!” Terry aprì la porta dello sgabuzzino e mentre usciva aggiunse in tono divertito, “Oh, e mi devi una risposta, mia piccola Giulietta!” e sparì dal volto arrossato di una Candy senza fiato.
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    Edited by Sandra45 - 18/8/2023, 21:17
     
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    Capitolo 2


    E mentre il tempo scorreva come acqua corrente, non ci volle molto perché arrivasse la domenica della pesca. Durante la messa chiunque poteva vedere chiaramente negli occhi degli studenti l’angoscia ma anche la speranza. La speranza di realizzare i propri desideri, qualunque essi fossero. Specialmente nel caso delle ragazze, chiunque poteva notare che stavano guardando con il fiato sospeso quando arrivò il momento e Suor Gray cominciò a chiamare in ordine alfabetico i nomi dei ragazzi. Uno ad uno si alzarono e si avvicinarono al pulpito dove il prete del college teneva una grande scatola di legno. Mentre tornavano al loro posto con un pezzo di carta in mano, si potevano vedere sui loro volti una grande frustrazione per alcuni, un’enorme gioia per altri.

    Presto fu il turno di Archie e con un desiderio nascosto – prendere il nome di Candy – inserì la mano nella scatola di legno e prese un pezzetto di carta. L’espressione sul suo viso quando vide il nome stupì diversi studenti. Non era né deluso né soddisfatto. Era l’espressione di chi doveva accettare il proprio fato, che in questo caso non era altri che Annie. Il prossimo fu Stear e, distratto dall'osservazione dei disegni della scatola, prese un pezzo di carta e lesse il nome. Quasi inconsciamente, Stear cercò di capire se conosceva la ragazza o no. Non era certamente il nome di Patty.
    Seguirono altri nomi e ragazzi, poi giunse il turno di Terry. In molti furono stupiti dal vederlo prendere parte al rituale e molte ragazze sperarono che avrebbe pescato il loro nome. Due di loro molto di più.

    Eliza, con la sua stupida ingenuità, credeva che la fortuna sarebbe stata dalla sua parte, e Candy, che semplicemente incrociava le dita e sperava che, se avesse dovuto pescare un nome che non fosse il suo, almeno non fosse quello di Eliza! Ma quando Terry prese il tanto agognato pezzo di carta in mano, il suo viso era completamente impassibile e indifferente, si allontanò e tornò al suo posto mettendo il pezzo di carta in tasca. Il rituale finì con successo e gli studenti furono liberi.

    Con l’angolo degli occhi, mentre tornavano ai dormitori, Candy vide Terry parlare con Stear nascosto dietro una grossa colonna all’interno del cortile scolastico in maniera quasi cospiratoria. Provò a lavarsi via ogni pensiero negativo che potessero architettare qualcosa, ma il gesto di Terry di tirare fuori qualcosa di piccolo dalla sua tasca e darlo a Stear, le disse che qualcosa non andava.
    Beh, è davvero incredibile!” si disse con frustrazione e si preparò ad avvicinarsi e sgridarli, ma Annie la fermò.
    “Candy, dove stai andando?! Hai dimenticato che hai il gruppo di studio di latino?!”
    Dannazione!” pensò Candy e decise di rimandare per il momento la sgridata.
    “Beh, sì, l’ho scordato!” disse facendole la linguaccia, cercando di non mostrare niente alle altre due ragazze, e le seguì controvoglia.
    Quello stesso giorno, poche ore prima del coprifuoco, tre ragazzi adolescenti stavano conducendo un’intensa conversazione.
    “Grandchester, quello che stai chiedendo è impossibile e lo sai!” tuonò Archie con ovvia irritazione.
    “Non mi sembra di aver chiesto il tuo aiuto, Cornwell! E nemmeno la tua opinione!” rispose Terry ugualmente infervorato.
    “Perché non puoi accettare quello che hai pescato alla lotteria?! Perché deve essere sempre quello che vuoi e non puoi accettare il tuo destino?” Archie alzò la voce.
    “Come te, ad esempio?! Tutti hanno visto la tua faccia quando hai pescato il nome di Annie! Eri deluso! Vorrei tanto sapere il nome di chi volevi pescare dalla scatola! …lascia perdere! Non dirmelo, lo so già!” urlò quasi Terry, arrabbiato.
    “Archie! Terry! Calmatevi, per favore! Le suore ci sentiranno e poi avremo problemi ben più gravi!” disse Stear, quasi supplicandoli.
    “Come posso stare calmo, Stear? Senti quello che dice!” disse Archie, a tono più basso ma comunque irritato.
    “Non mi sembra di averti visto discutere quando ho dato il biglietto col nome di Patty a tuo fratello!” esclamò nuovamente Terry.
    “E te ne sono grato, Terry amico mio! Molto grato!” disse Stear, guardandosi le scarpe.
    “Stear, lo sai, non l’ho fatto perché mi ringraziassi! Avresti fatto lo stesso per me se fossi stato nella mia posizione.”
    “Sì, ma LUI non è nella tua posizione, non ha pescato il nome di Candy dalla scatola! Quando lo capirai?!”
    “Archie, fratello mio, Terry non ha tutti i torti, dobbiamo trovare chi ha pescato il nome di Candy, perché ho paura che se sarà nelle mani di Neal o dei suoi amici… la nostra cara Candy è in pericolo!”
    “E la soluzione è mettere una ricompensa, come suggerito dal Signor Pieno Di Sé lì?! O è meglio cominciare a picchiare tutti gli studenti, fino a che troviamo chi ha il biglietto?!” chiese Archie sarcastico.
    “No, è meglio stare calmi e togliersi la polvere dalla maglia come te, Dandy!” replicò Terry ironico.
    “Hmm… qualcosa che dobbiamo fare… ma cosa…” mormorò Stear, “…uno strumento da detective… quanti giorni ho… hmmm.”
    “Non abbiamo tempo per invenzioni e arnesi!” lo interruppe bruscamente Terry, “per come stanno messe le cose, la risposta è solo una!” aggiunse con confidenza.
    “Oh… Non lo voglio sentire…” disse Archie mordicchiandosi le labbra.
    “Sì, direi che la risposta è solo una, mio caro Terry! Prima, ci accertiamo che il biglietto col nome di Candy non ce l’abbia Neal né il suo gruppetto, e poi… Lasceremo girare la voce che Candy è la tua ragazza! Non penso che ci sia qualcuno che oserà andarti contro! …beh, io per lo meno ci penserei seriamente!” Stear completò i suoi pensiero pieno di entusiasmo di fronte agli sguardi sbalorditi degli altri.

    Entrambi i ragazzi guardavano Stear a bocca aperta e perplessi, mentre lui pareva chiaramente soddisfatto di sé stesso per aver trovato la risposta più semplice.
    Terry, da parte sua, sentiva un’incredibile sorpresa e, con alcuni segni di imbarazzo sul volto, realizzò che qualcun altro a parte lui aveva confessato che Candy era la sua ragazza, e d’altro canto si gonfiò di orgoglio e gioia.
    Archie sentiva che la realtà faceva male come una spina nel cuore. Per quanto non volesse ammetterlo, suo fratello aveva detto una brutale verità, Candy era la ragazza di Terry, e se fosse rimasta una sola cosa per lei e la sua felicità, l’avrebbe fatta.
    “Molto bene, allora… da domani mettiamo in azione il piano,” disse Archie, rassegnato, “spero solo che Candy non lo scoprirò mai, perché se la conosco anche solo un po’… sono sicuro che ti si ritorcerà contro, Grandchester!”

    La piccola figura era appena visibile nell'oscurità che avvolgeva il balcone di pietra. Con prudenza si rassettò l’uniforme, non era il suo atterraggio migliore pensò. Lentamente si sistemò i ricci, che aveva acconciato con una mezza coda stretta da un singolo nastro, mentre il resto era sciolto sulla sua schiena.
    Avvicinò il viso alla finestra. Era buio pesto. “Non è possibile che stia dormendo…” si disse. Poteva non essere una grande idea andare nella sua stanza quella notte? Lo avrebbe comunque visto prima o poi il giorno successivo. Allora lo avrebbe sgridato ancora, rischiava di venire scoperto a rivelare il nome sul biglietto della lotteria! Che nome aveva pescato, si chiedeva…?!
    E chi era lei, dopotutto, per sgridarlo per aver violato le regole, quando lo stava facendo anche lei andando segretamente, nel mezzo della notte, nella sua stanza! Tentennò per un attimo tra andarsene e bussare alla finestra. Confusa com’era, la sua testa spinse con un po’ più di forza alla finestra e improvvisamente si aprì! Ancora una volta si trovò a colpire duramente sul pavimento della sua stanza.
    “Ouch!” si lasciò sfuggire un’esclamazione di dolore e si sfregò la fronte con la mano.

    Aprì gli occhi e vide davanti a sé due piedi nudi. Alzò la testa lentamente e vide che, sopra i piedi, c’era un asciugamano bianco avvolto attorno a due fianchi, e un po’ più su c’era un petto nudo e appena sopra una testa bagnata nascosta dal buio della stanza.

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    Ah! Mio Dio… Terry… Terry è nudo?!” pensò e si sentì in imbarazzo, desiderò essere uno struzzo così da nascondere la testa nel terreno! “Stupida! Quanto sei stupida, Candy, a venire qui, a quest’ora, nella sua stanza?! Non ti è passato per la testa che sarebbe potuto succedere qualcosa del genere?!” cominciò a dire tra sé e sé e non sentì neanche che Terry le stava parlando.
    “Candy… per quanto mi piaccia averti in ginocchio ai miei piedi, ti spiacerebbe chiudere la finestra prima che entrambi congeliamo?” chiese col suo famoso tono malizioso, facendola tornare in sé.
    “Oh… sì, scusa Terry!” disse alzandosi e chiudendo la finestra.
    Non si girò, perché sentiva Terry immediatamente dietro di sé e si bloccò. Aveva il fiato corto. Aveva un profumo così buono! Tutta la stanza era avvolta dal profumo proveniente dal suo recente bagno e faceva sentire Candy talmente leggera da farle credere di essere sul punto di svenire.
    “Allora, a cosa devo l’onore di questa visita, mia bella scimmietta?” le chiese gentilmente.
    In un altro momento, Candy si sarebbe arrabbiata nel sentirsi chiamare scimmia, ma il tono dolce della sua voce e il fatto che Terry aveva indosso solo un asciugamano, fecero crescere a Candy le radici e il suo cuore continuava ad aumentare i battiti.
    “Candy, girati per favore… perché se lo faccio, potrebbe non piacerti…” disse con lo stesso tono, ma un po’ più perentorio.
    Molto lentamente si girò e, prima che se ne rendesse conto, i suoi occhi incontrarono quelli di Terry, che la guardavano con dolce malizia. Non sopportava quando la guardava in quel modo, non riusciva a sopportarlo!
    Andava oltre il suo controllo, e con le guance in fiamme abbassò lo sguardo. Non che aiutasse essere di fronte al suo petto nudo. Una goccia d’acqua dai suoi capelli era caduta in mezzo al torace e si faceva strada lentamente verso il basso. Provò a concentrarsi solo sul rivolo.

    “Ultimamente eviti sempre di rispondermi, Candy… O è solo una mia impressione?” chiese dolcemente.
    “Terry… Scusami se… Sono venuta su… forse io… devo andare… sì, è meglio me ne vada…” disse quasi senza muovere le labbra.
    “Sì, ma per qualche motivo sei venuta… non me lo vuoi dire?”
    “No… No, non sei… ah, Terry, devo andare!” la goccia continuava la sua strada verso lo stomaco. Candy non poteva fare a meno di chiedersi come sarebbe stato toccarla.
    “Non sono cosa, Candy… vestito?” sogghignò debolmente, “sì, lo so meglio di te! Ma non c’è altra ragione per essere imbarazzata, Tutte Lentiggini. Ecco! Immagina se fossi caduto nel lago durante l’estate in Scozia… Probabilmente sarei così! Andiamo, mi dici perché sei venuta qui rischiando di essere vista?” aggiunse Terry rassicurante.
    “Beh… oggi, dopo la pesca… ti ho visto…” cominciò Candy, ma quella goccia la faceva impazzire, “beh… ti ho visto parlare con Stear e…” la goccia stava ormai passando sul suo ventre piatto.
    “Candy, gli stavo solo dando il mio biglietto perché c’era il nome di Patty e…!”

    Candy non riuscì più a trattenersi, allungò la mano e fermò la dannata goccia col dito, giusto quando stava per solleticare l’ombelico di Terry. Un sospiro brusco uscì dalle labbra di entrambi.
    Non avevano il coraggio di muoversi, rimasero pietrificati con la mano di Candy che continuava a toccare lo stesso punto dove, fino a pochi secondi fa, c’era la goccia d’acqua. Per Candy era come se fosse uscita dal proprio corpo e si stesse guardando incantata, cominciò a muovere lentamente il dito.
    Disegnò un piccolo cerchio attorno al suo ombelico, stendendo la minima umidità che era rimasta. La sua pelle era così soffice e calda e il suo sangue cominciò a ribollirle alle tempie, notò un piccolo pelo trasparente tremare al suo tocco.
    Praticamente fece un salto, spaventata, quando sentì Terry emettere un sospiro pesante che sembrava un gemito. Temendo di avergli fatto male, si fermò. Lo vide prenderle il polso.

    “Non… fermarti…” la sua voce roca la spaventò più della sua presa sul polso. Era la prima volta che lo sentiva parlare così. Sembrava stesse soffrendo, ma il suo tono aveva una punta di uno strano piacere. Si rilassò e lasciò andare la sua mano. Allora Candy osò alzare lo sguardo lentamente e guardarlo in volto.
    Terry aveva gli occhi chiusi, le labbra erano appena aperte e respirava lentamente e pesantemente, come se stesse trattenendo il respiro. Le appariva così seducentemente bello che sentì il suo stomaco ballare. Senza rendersene conto, appoggiò entrambi i palmi sul suo petto caldo.
    All’inizio molto lentamente, poi sempre più sicura della sua curiosità esplorativa, cominciò a toccarlo. La sua testa girava. La sensazione della sua pelle sulle sue mani creava dipendenza. Lasciò che le si chiudessero e, con essi, si lasciò andare. Le dita di Candy viaggiavano sul suo torso sodo. Dall’alto del suo collo al basso del suo ventre.
    A volte lo sentiva sospirare profondamente e questo la convinceva a non voler smettere. Terry, da parte sua, non l’aveva toccata. Non si era neanche avvicinato. Era semplicemente rimasto lì, immobile, abbandonato alle sue carezze, finché lei non toccò il punto sul suo bassoventre, dove l’asciugamano cominciava ad avvolgersi attorno ai suoi fianchi.
    Candy si trovò le braccia intrappolate tra le sue.
    Non si sentiva neanche un rumore. Nient’altro che i loro respiri strozzati.

    “Candy…” la sua voce era solo un sussurro, “…Vorrei che… ah…” era tutto quello che riuscì a mormorare.
    “Terry… Terry… Mi fai male…” disse mentre cercava di ritrarre le mani.
    Non aveva realizzato che, nello sforzo di calmarsi ed evitare di fare qualcosa di cui, in seguito, si sarebbe pentito, Terry le stava stringendo forte i polsi. La guardò stupito.

    “…Scusa…” le disse e le lasciò andare le braccia. Prese un grosso respiro e si girò, “Candy… Mi spiace molto…” aggiunse piano.
    Lei aprì la bocca per dirgli qualcosa, ma vide che stava continuando a parlare.
    “…sinceramente… vorrei che tu sapessi quanto è difficile per me non toccarti… mi dispiace davvero se ti ho spaventata, Candy…”
    Le sue parole la raggiunsero come un fulmine “Ma non mi importa se mi tocchi! Voglio che mi tocchi anche se mi spaventa!” avrebbe voluto urlare, ma preferì dirgli, “Terry, non mi hai spaventata. Mi hai solo fatto un po’ male, tutto qui…”
    Lui si girò, la guardò rassegnato e si sedette sul bordo del letto.
    “È tardi…” le disse fiacco.
    Oh no, non ancora… non chiuderti in te stesso!” pensò Candy e, con un movimento veloce, fu vicina a lui. Doveva mostrargli che non aveva paura di lei. Se non lo avesse fatto in quel momento, non lo avrebbe fatto mai.
    Candy lo imitò, si sporse verso il suo orecchio e sussurrò.
    “…Non ho paura di te, Terry. Mi fido di te,” disse dolcemente e teneramente, come il suo cuore le suggeriva, “…lo giuro sulle mie lentiggini!” aggiunse e gli diede un caldo bacio sulla guancia.
    “Mi fai diventare completamente pazzo, lo sai?!” disse di scatto e rise piano.
    Gli rivolse uno dei suoi sorrisi splendenti e fece per andarsene.
    “Oh… e la risposta è… dalla tua colonia!” disse facendogli la linguaccia e saltò dal balcone sul ramo di un albero.
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    Capitolo 3


    Il giorno successivo, come d’accordo, i ragazzi diedero inizio al piano per scoprire chi avesse pescato il nome di Candy dalla lotteria. Senza molta difficoltà, scoprirono che non era né Neal né uno del suo gruppo che aveva il nome di Candy. Questo li risollevò un po’ e li spinse a continuare a cercare con più ottimismo.

    Tuttavia, Terry era ancora distratto dagli eventi della sera precedente e la visita di Candy nella sua stanza. Si sforzava molto di non pensare tutto il giorno alle sue piccole mani su di lui e di concentrarsi sull'obiettivo! Era davvero molto difficile. Si perdeva frequentemente tra i suoi pensieri, tra immagini di quei momenti, arrivando al punto di sentirsi eccitato allo stesso modo della sera precedente. “Riprenditi, idiota!” si diceva, ma alla fine aveva dovuto farsi diverse docce fredde per calmarsi.

    Altri due giorni passarono e con ovvio disappunto da parte di Stear e frustrazione da quella di Terry, scoprirono che molti dei loro compagni si rifiutavano di rivelare il nome che avevano pescato dalla lotteria. La voce che Terence Grandchester fosse il fidanzato di Candy White Ardlay aveva cominciato facilmente a girare tra i corridoi del dormitorio maschile. Ma il risultato non fu positivo.

    “Alla fine sembra che non tutti abbiano paura di te come immaginavamo!” disse Archie a Terry con ironia, in un momento in cui tutti e tre sedevano assieme e discutevano di cosa fosse andato male nel loro piano.
    “Oh, Archie, per favore, non ricominciare…” disse Stear, guardando Terry, che sembrava stranamente perso nel suo mondo e non provava nemmeno ad opporsi al commento caustico di suo fratello.
    “Non lo so, Stear… Forse Archie ha ragione…” si sentì dire dalla voce di Terry.
    Archie non credeva alle sue orecchie! “Il duca maleducato mi da ragione?!” lo guardò e vide che, in effetti, Terry aveva un’espressione di inusuale disappunto sul volto.
    “Allora mi vuoi dire che molli?! Ti importa così poco di Candy?!” gli chiese furioso.
    “Non ho detto che lascio perdere, ma credo che stia accadendo qualcosa di strano e che chi ha il suo nome non si è ancora rivelato.” Disse Terry pensieroso e, con calma, continuò, “e quanto mi importa di Candy, non è affar tuo, Archie! Lascia che siamo io e Candy a saperlo meglio.”
    Qualcosa nel modo in cui aveva pronunciato quelle parole, qualcosa in quello che aveva detto, aveva fatto vedere ad Archie per la prima volta Terry esprimere quasi apertamente i suoi veri sentimenti. Si sentì quindi così in basso nei suoi confronti che si vergognò.
    “Scusatemi,” disse Terry e si alzò dalla sedia, “vado a prendere una boccata d’aria,” disse e uscì dalla stanza, lasciando i due fratelli da soli.
    “Mi chiedo, Archie, quando ti renderai conto che Terry…” cominciò a dire Stear.
    “…Che è innamorato di lei?” disse Archie lentamente, sorprendendo il fratello, “…Lo so già…” e lo guardò impassibile. “Credimi, lo so!” aggiunse tra sé e sé con dolore.

    Nello stesso momento, nei dormitori femminili, stava succedendo qualcosa che avrebbe cambiato tutto. Candy, Annie e Patty si stavano dirigendo allegramente alla lezione di francese, quando si scontrarono con Eliza e il suo gruppetto.

    “Bene, bene… le orfane e la grassa… opps, Patty!” disse Eliza con il suo solito modo meschino.
    “Ciao anche a te, Eliza. Non hai ancora trovato niente per passare il tempo a parte annoiare… scusa! Infastidire noi?” la prese in giro Candy.
    “Ha ha ha,” rise la rossa, “hai il coraggio di parlare, stalliera?! Se fossi in te, mi vergognerei di mostrare la mia faccia a scuola!” disse Eliza e la sua perfidia riempì l’atmosfera.
    “È completamente senza vergogna!” aggiunse un’amica di Eliza dai capelli castani e il naso grosso.
    “Basta così, Eliza! Cosa ti ha fatto Candy?” Patty non poteva sopportarlo e difese le sue amiche con il coraggio che aveva acquisito da poco.
    “A me? Niente… ma a qualcun altro fa molto! Basta che cammini per il college e puoi sentire tutti gli studenti che parlano di lei! Una vera signora non permetterebbe mai che girassero certe voci sul suo conto!”
    “Se hai qualcosa da dirmi, Eliza, dimmelo e basta, altrimenti lasciaci in pace e vai a scocciare quel codardo di tuo fratello!” disse Candy turbata.
    “Ecco! Questa è la chiara influenza di quel teppista del duca! Ci sta rispondendo di già, la poveretta” intervenne nuovamente l’amica di Eliza.
    “Perché stai mettendo in mezzo Terry?! Eliza, si può sapere cosa vuoi?”
    “Perché non lo chiedi al tuo amante?” disse Eliza, verde d’invidia.
    Patty e Annie si erano congelate.
    Candy guardava sbigottita Eliza e cercava di capire dove volesse arrivare.
    “…Il mio cosa?!...” chiese lentamente.
    “Non cercare di nasconderlo, Candy! L’intera scuola sa che tu e Terence siete amanti! Infatti ha smosso mari e monti per trovare chi ha pescato il tuo nome! Chi lo sa, magari ha anche piazzato una ricompensa!” concluse Eliza, piena di amarezza e odio.

    Candy rimase congelata a guardare nel vuoto. Era possibile che fosse Terry a spargere la voce in quel modo? Sapeva che lui voleva davvero essere il suo unico Valentino, ma aveva davvero raggiunto questo punto? Amanti?! Non l’aveva neanche toccata! Perché mentire in quel modo? Terry non era un bugiardo e non avrebbe mai detto niente per farle del male! Poteva avere la malizia nel sangue, ma non avrebbe mai fatto niente per offenderla in pubblico. Candy sapeva dentro di sé che non avrebbe mai ammesso neanche l’incidente di qualche giorno prima con l’asciugamano nella sua stanza, anche se lo avessero torturato.

    “Molto bene, Eliza. Se hai finito con le tue falsità, lasciaci passare!” disse Candy, ora furiosa.
    “Ahahah,” rise Eliza, “sei ancora più stupida di quanto pensassi! Andiamo, chiedi a Archie o Stear e senti quello che ti dicono, visto che non mi credi!” disse e incrociò le braccia sul petto, continuando a ridere e gongolare.
    In un secondo, Candy si era trasformata in un tornado e aveva cominciato a correre. Sentiva le voci di Annie e Patty che le urlavano in un turbinio confuso di tornare indietro. Non esitò, neanche per un momento.
    Ti sta bene, Candy! Qualsiasi cosa tu faccia, Terry è mio e non sarà mai il tuo Valentino! Non finché posso fare qualcosa!” Eliza pensò malignamente mentre se ne andava.
    Col respiro corto a causa della corsa, Candy raggiunse i suoi cugini mentre stavano andando a lezione di chimica.
    “È vero?!” urlò affannata.
    “Candy? Cosa ci fai qui? Se le suore dovessero vederti, ti punirebbero!” disse Archie, sbalordito.
    “Non mi importa, Archie! Ho chiesto se è vero!” disse, talmente arrabbiata da essere quasi in lacrime.
    “Candy, calmati,” disse Stear con dolcezza, “Venite qui… Non c’è bisogno che gli altri ci vedano,” li tirò dietro una colonna.
    “Stear, per favore, dimmi che quello che mi ha detto Eliza non è vero!” Candy quasi lo pregava, era impossibile dirle di no.
    “Di cosa stai parlando, Candy…?” le chiese.
    “Della pesca, di Terry e di voi due!”
    I due fratelli si guardarono senza rendersene conto, ma era abbastanza per Candy. Aveva la sua risposta. Un paio di lacrime apparsero nei suoi occhi e si girò. Era sparita tanto velocemente quanto era arrivata.
    “Candy, aspetta! Lasciaci spiegare!” urlò Archie.
    “Abbiamo fatto un bel lavoro…” disse Stear, triste.

    Lo trovò seduto con la schiena appoggiata contro un grosso albero sulla collina. Sembrava assorto nei suoi pensieri, i suoi occhi blu concentrati a guardare qualcosa nell'orizzonte lontano. Anche se il suo desiderio iniziale era quello di urlargli contro, il suo viso calmo le fece mancare le forze. Lui la sentì ansimare e girò la testa nella sua direzione.

    “Tarzan! Che piac…” non riuscì a finire le parole e, con quelle, anche il suo sorriso svanì.
    “Come hai potuto?!” disse con le lacrime che le scendevano sulle guance, “COME HAI POTUTO?!” gli urlò con tutte le sue forze.

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    La guardava congelato, incapace di capire.
    “Candy… Io non…” Terry allungò una mano per toccarle una spalla, ma lei la respinse violentemente.
    “Non toccarmi! Non toccarmi mai più!” disse con la rabbia che le faceva male alla testa e all'anima.
    Incrociò le braccia sul petto in una posizione difensiva e la guardò arrabbiato.
    “Non ti toccherei mai se lo dovessi fare contro la tua volontà! Ho solo pensato di poterti essere amico dato che ti vedo così sconvolta! Mi spiace per il mio stupido errore!” le disse sarcasticamente, anche se gli faceva male il cuore. Gli faceva male vederla piangere e non poterla abbracciare. Faceva male sapere che non voleva la toccasse. Faceva male perché non aveva mai pensato che sarebbe mai stata così arrabbiata con lui. “Perché sei così furiosa, Candy…?
    “Io mi fidavo di te, Terry! Come hai potuto dire una bugia del genere su di me? Perché lo hai fatto?!”
    “Bugia? Quale bugia?” le chiese.
    “Non far finta di non capire! Non è il momento di giocare, Terence!”
    Oh, adesso sono Terence… certo…
    Terry non rispose e sogghignò infuriato.
    “So tutto! Tutto! Della pesca e di tutto quello che hai fatto con Stear e Archie!”
    Terry spalancò gli occhi dalla sorpresa.
    “Non credevo ti avrebbe dato così tanto fastidio!”
    “E cosa avevi immaginato? Che sarei stata lusingata?”
    “Chi lo sa…? Magari…” disse a voce bassa.
    “Terence Graham Grandchester eri, sei e rimarrai sempre uno zoticone egoista! E se proprio vuoi saperlo, anche se ci fosse la possibilità che diventiamo amanti un giorno, l’hai persa!” gli disse tra lacrime di rabbia e corse via, lasciando Terry come una statua di sale.
    Amanti…?! La mia timida e pudica Tutte Lentiggini ha detto amanti?!” Terry si chiese non credendo alle sue orecchie.

    Alcuni giorni passarono e il momento di festeggiare San Valentino si avvicinava pieno di trappole. Per alcuni si avvicinava con gioia ma per altri era diventato un incubo. Candy era ancora arrabbiata con Terry e non solo lo evitava, ma non aveva intenzione di parlargli. Nella lista c’erano anche Archie e Stear, e per la prima volta era così arrabbiata con loro che non voleva neanche vederli. Con questo atteggiamento aveva ovviamente perso l’occasione di sapere cos'era successo davvero. Siccome non lasciava che uno dei ragazzi le spiegasse, continuava a credere alla volgare versione che Eliza le aveva detto.

    Dalla loro parte, Annie e Patty avevano preso le parti di Candy e tenevano il broncio anche ai loro ragazzi. I due fratelli, Stear e Archie, si davano la colpa a vicenda per tutti i problemi e per un paio di giorni rimasero contrariati l’uno con l’altro. Terry invece era sparito. Le ore che non era chiuso in camera, saltava già dal muro del college e andava ad un pub vicino per mangiare qualcosa ma soprattutto per bere birra scadente. Uno di quei giorni, e mentre era ad un tavolo sul fondo del pub, sentì una conversazione che sembrava un regalo dal cielo.

    “Freddy, è il tuo turno di offrire!”
    “E chi lo dice, eh?”
    “Le sterline che hai avuto da Lagan lo dicono!”
    “Beh, non erano molte, ora che ci penso, avrei dovuto chiederne di più!”
    “Oh, dai, sei un tale idiota! Non hai notato con che faccia ti ha chiesto di togliere il nome di Ardlay dalla lotteria?!”
    “Ehi! Nella frazione di secondo che ci ho messo per non farmi beccare dal prete quella sera!”
    “Sei un ragazzo fortunato! Adesso vieni e offrimi una birra!”
    “Non sarai così fortunato la prossima volta se voi due non andate subito a dire a Suor Gray quello che avete fatto e chi ve lo ha fatto fare!” la voce di Terry tuonava sopra le loro teste.
    “Grandchester?!” dissero i due ragazzi impauriti.
    “Ora, ho detto! E poi, forse, farò qualcosa per non farvi espellere! Muovetevi!” Terry urlò con fierezza, mentre i ragazzi abbassarono la testa e corsero via.

    È tempo di rimettere le cose a posto” pensò Terry con un ghigno furbo mentre tornava a scuola.
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    Capitolo 4


    “Quindi stai dicendo che il nome di Candy non è mai stato nella lotteria?” chiese Stear, meravigliandosi di un Terry apertamente vivace. Era arrivata la vigilia della festa. Era esattamente il giorno in cui ogni ragazzo avrebbe rivelato il proprio segreto alla ragazza di cui aveva il nome sulla carta.

    Tre giorni prima, il piano di Eliza era stato rivelato a Suor Gray da due sue compagne, in presenza di Terry, che era incredibilmente lieto di vedere il volto isterico di Eliza rigato di lacrime mentre riceveva la sua punizione dalla Madre Superiora. Eliza avrebbe passato i giorni rimanente fino alla fine della festa in isolamento. Una richiesta strana, quasi un premio per aver scoperto il piano, Terry chiese a Suor Gray che tutto fosse fatto in completa segretezza e gli studenti non ne avrebbero saputo niente, almeno non fino al giorno di San Valentino. Anche se sembrava strano, la direttrice aveva accettato la richiesta di Terry e sospettava che Miss Ardlay non sarebbe rimasta senza un Valentino. “I giovani…” pensò Suor Gray per un momento, poi tornò ad essere la famosa suora severa.

    “Non esattamente! Il foglio con il nome di Candy all’inizio era assieme a tutti gli altri, ma Eliza ha pagato Cameron e Freddie per toglierlo!”
    “Chi lo avrebbe mai detto!” disse Stear, eccitato.
    “Non sospettavamo niente perché quando abbiamo chiesto a quello stupido Neal, non sapeva davvero cosa avesse fatto sua sorella!” disse Archie, contento nel vedere che il mistero del nome di Candy era stato risolto.
    “Credo sia tempo per entrambi di andare a prendere le vostre ragazze! Spiegate loro cosa è successo, non possono evitarvi per sempre, specialmente oggi!” disse loro Terry, facendo l’occhiolino.
    I due fratelli arrossirono per un attimo, ma poi sorrisero.
    “Riguardo a Candy… cosa dovremmo fare?” chiese Archie un po’ preoccupato.
    “Dovremmo?! Sul serio, Cornwell, vuoi davvero che dica che l’ho sentito?!” rispose Terry, sarcastico.
    “Oh, Dio! Ok, ok… Fai finta di niente…” Archie roteò gli occhi infastidito.
    “Almeno siamo ancora amici!” affermò Stear gioioso, costringendo gli altri due a trattenersi dal ridere.

    La notte era abbastanza fredda. Nel primo pomeriggio aveva iniziato a piovere e, sebbene fosse già sera, la pioggia era diventata una tempesta. Quando Terry raggiunse il balcone di Candy, era bagnato fradicio. Le tende della sua stanza erano chiuse, ma non impedì a Terry di notare che c’era una debole luce che proveniva dalla camera, probabilmente dalla piccola lampada sul comodino.

    Aspettò per un attimo mentre tratteneva il fiato, cercando di intravedere la sua ombra attraverso le tende pesanti. Non fu semplice per Terry decidersi a bussare gentilmente allo stipite. Niente. “Dove sei, mia Giulietta?” si chiese, impaziente. Bussò nuovamente, questa volta un po’ più forte. Era molto grato alla sua fortuna, perché il rumore del temporale copriva i suoi colpi, altrimenti le suore lo avrebbero sentito. Ma voleva anche dire che nemmeno Candy riusciva a sentirlo. Provò per la terza volta. Terry sentiva i suoi vestiti fradici incollarsi alla pelle e sentì un brivido di freddo attraversarlo. Cominciò a fare piccoli passi sul posto per scaldarsi, quando improvvisamente la finestra di Candy si spalancò e i suoi occhi verdi lo guardarono con sorpresa e meraviglia.

    “Oh mio Dio… Terry, sei…” la vide preoccuparsi per lui e prese coraggio.
    “Sì… Sono zuppo…” ridacchiò imbarazzato, “…posso entrare, Candy?”
    Candy indietreggiò di due passi e annuì piano. Dopo che Terry fu dentro, si girò e chiuse la finestra e tirò le tende, in completo silenzio. Si avvicinò poi con piccoli passi alla porta e la chiuse a chiave. Sempre in silenzio, Candy si girò e prese una candela dal cassetto. Terry stava guardando incantato ogni suo movimento, come se stesse vedendo per la prima volta qualcuno fare quelle mosse ordinarie. Candy accese la candela, la mise sulla scrivania e spense la lampada. Poi si girò e guardò Terry.

    “…Ti porto un asciugamano…” gli disse dolcemente e la vide sparire dietro la porta del bagno.
    Tornò dopo poco con un grande asciugamano bianco.
    “Grazie…” disse piano Terry e cominciò ad asciugarsi prima i capelli, poi i vestiti al meglio che riuscì. I pantaloni sembravano meno bagnati della maglia e del maglione, ma non voleva rischiare di toglierli.
    La vide aprire nuovamente l’armadio e prendere una piccola coperta di lana. Gliela diede con le mani che tremavano.
    “Il tuo maglione gocciola…” disse piano Candy, “…E non ho vestiti che ti possano andare bene…”
    “Sto bene… va bene, davvero.”
    I suoi occhi erano spalancati per la preoccupazione.
    “No che non va bene, Terry! Vuoi prenderti una polmonite? Sbrigati e toglili!” ordinò con la sua famosa innocenza e ingenuità, ignorando gli effetti che le sue parole ebbero su Terry.
    Terry non riuscì a trattenersi.
    “Che c’è, Tutte Lentiggini? Ti mancava così tanto il mio corpo nudo?” le chiese improvvisamente con il suo tono malizioso.
    Vide Candy arrossire violentemente. Le sue guance erano rosse di imbarazzo, ma i suoi occhi stavano luccicando di rabbia.
    “Terry, sei incredibile e incorreggibile!” gli disse Candy il più intensamente che riuscì, tentando di non alzare il tono di voce. Entrambi sapevano che se le suore li avessero scoperti, avrebbero passato grossi guai.
    Terry non poté fare a meno di ridacchiare. Desiderava che Candy sapesse quanto fosse adorabile in quel momento! Ma Terry riuscì a rimanere zitto.
    “Ben fatto!” disse ironica, “hai il coraggio di ridere, anche?! Terry, perché sei venuto nella mia camera?” Terry sapeva di averla fatta arrabbiare, ma in fondo si sentiva incredibilmente divertito. Era immobile e continuava a guardarla.
    Beh, era andato nella sua camera, voleva parlarle, spiegarle tutto, ma stava lì come se il gatto gli avesse mangiato la lingua. “Di’ qualcosa, idiota di un Grandchester!” pensò e sospirò.
    Nel frattempo, Candy era in piedi con i pugni serrati, aspettando una sua risposta.
    “Sono venuto per dirti una cosa…” disse Terry finalmente.
    “E non potevi aspettare fino a domani?” gli chiese tagliente e Terry sapeva dal tono della sua voce che era ancora arrabbiata con lui.
    No, perché oggi è la vigilia della festa!” voleva dirle, ma alla fine optò per: “Mi stai evitando, Candy! Come dovrei riuscire a parlare con te?”
    “Non ti sto evitando! Sei tu che sei scomparso, Terry!” disse con tono di ripicca.
    “Hai detto che non vuoi più vedermi!” le disse più intensamente.
    “Ti ho detto di non toccarmi più, non che non voglio vederti!”
    “Quindi… vuoi vedermi, ma… Non posso toccarti?” la prese in giro.
    “Sì!” gli rispose vigorosamente e si stupì lei stessa di avergli mentito così facilmente!
    Dio solo sapeva quanto desiderava il suo tocco!
    “Questo è fuori questione, Candy!” le disse Terry, sentendo che stava raggiungendo il limite. Non poteva credere che gli stesse chiedendo una cosa del genere!
    “Perché?!” Candy chiese, sbattendo il piede a terra.
    Ah! Per favore, non farlo!” pensò Terry, apprezzando quanto era carina in quel momento.
    “Perché non posso!” le rispose alla fine, tanto testardo quanto lei.
    “Cosa intendi che non puoi?! Mi stai prendendo ancora in giro, Terry?!”
    “Sei tu che stai giocando con me, non io! Come puoi chiedere a qualcuno che è pazzamente innamorato di te di non toccarti?!” gridò Terry senza neanche respirare e, come un lampo, un singolo pensiero gli attraversò la mente, “Gliel’ho detto… che Dio mi salvi… gliel’ho detto!

    Un silenzio pesante riempì la stanza.
    Entrambi non si muovevano, entrambi col volto paonazzo, entrambi guardandosi increduli. Il tempo sembrava essersi fermato. Senza alcun suono, in assoluto silenzio, con solo i loro battiti cardiaci ad assordarli. Poi, improvvisamente, gli occhi di Candy si riempirono di lacrime, che cominciarono a scendere incontrollabili e silenziose sulle sue guance rosa. In due passi, senza neanche pensarci, Terry la raggiunse e si inginocchiò davanti a lei.

    “Candy… per favore, non piangere… per favore… mi dispiace… me ne vado… farò tutto quello che vuoi…” Terry le prese le mani, così piccole e calde, “…tutto quello che vuoi… ma per favore, non piangere. Farò qualsiasi cosa… solo di’… dimmi che non hai sentito… quello che ho detto… dimmi che…” la supplica mormorata di Terry fu interrotta dalle labbra di Candy sulle sue.

    Era solamente un tocco lieve e abbastanza impacciato, ma era abbastanza per far raggiungere il Paradiso a Terry e mozzargli il fiato. Senza pensarci una seconda volta, in un solo movimento gentile, la fece abbassare alla sua altezza, passando le braccia attorno al suo corpo. Poteva sentire il battito del suo cuore, che faceva a gara col suo. Terry cominciò a cullare piano Candy, come una bambina, le loro labbra ancora si toccavano. Si toccavano e basta. Un tocco semplice, immobile, innocente.

    Voleva dirle tante cose, ma in quel momento il mondo intero di Terry era quel corpo accoccolato tra le sue braccia. Il suo profumo lo avvolgeva in dolci catene. Le sue lacrime silenziose si stavano asciugando sulle sue guance rosee, illuminandole le sue adorate lentiggini. Mentre l’unico pensiero di Terry era che non poteva essere più felice, le labbra di Candy mimarono un “ti amo” sulle sue.
    Terry perse ogni traccia di logica rimasta.
    Prese possesso della sua bocca e cominciò a baciarla ancora e ancora, assaporando ogni centimetro di quelle labbra dolci. Quelle labbra che avevano tormentato i suoi sogni. Quelle labbra che erano la ragione per cui si svegliava ogni giorno e contava i minuti fino a quando le avrebbe viste. Anche solo per un attimo. Mentre gli parlava, gli sorrideva. Solo per lui e solo sue. Terry non voleva fermarsi ma doveva, giusto perché entrambi potessero riprendere fiato. L’istante successivo, le loro labbra semi aperte erano nuovamente unite e Terry si azzardò ad accarezzare teneramente con la lingua il labbro inferiore di Candy. Una piccola risatina, che sembrava una esclamazione, fuggì dalla gola di lei, un rumore che lo sorprese e lo fece fermare.

    “Scusa…” sussurrò, poi sospirò e passò le mani tra i suoi ricci morbidi.
    “Non scusarti, Terry… mi hai solo fatto un po’ il solletico… mi è sembrato strano…” disse Candy con un tono di voce dolce e cominciò ad accarezzargli il volto con le dita.
    “Quindi non ti è piaciuto…?” le chiese col fiato sospeso.
    “…Beh no… Cioè, voglio dire, sì… Oh, non lo so” balbettò e le sue guance si infiammarono.
    “Allora… non devo più… farlo?” le chiese divertito tra piccoli baci sulle guance, naso e labbra, asciugando ogni traccia di umido lasciato dalle lacrime.
    Candy rise piano, interrotta dalle labbra di Terry che avevano iniziato a baciarla in un punto tra il collo e dietro l’orecchio.
    “Dovrei fare così… allora…?” sussurrò Terry e accarezzò il suo lobo con la lingua. Non gli rispose, si limitò ad afferrargli le spalle.
    “Terry!” disse improvvisamente e lo spinse indietro, aprendo gli occhi.
    Ah, ecco che arriva un altro schiaffo!” pensò Terry, aspettando il suo fato.
    Candy tuttavia gli fece vedere le sue mani, bagnate dall’umidità dei suoi vestiti.
    “Se rimani con questi vestiti addosso, Terry… ti ammalerai… potresti prenderti…” il suo tono era a metà tra la paura e la preoccupazione.
    “Candy… l’ultima cosa a cui sto pensando… è che potrei prendermi la polmonite!” le disse e sospirò di nuovo pesantemente. Anche se stava diventando rossa come un peperone a causa delle sue parole, gli lanciò un’occhiataccia che non permetteva né scherzi né obiezioni.

    In un movimento fluido, Terry si tolse il maglione e lo lasciò da parte. Candy non gli diede occasione di parlare e mise le mani sul suo petto e la sua camicia ugualmente bagnata. Con movimenti attenti cominciò a sbottonargli la camicia. Terry la guardava con sorpresa, ma improvvisamente realizzò che stava trattenendo il fiato e doveva respirare. E poi la fermò. Candy guardò Terry con i suoi brillanti occhi vedi e poi, senza dire niente, slacciò la cintura della sua vestaglia da notte e la tolse con una grazia che agli occhi di Terry era così erotica che si sentì girare la testa.

    “Ecco! Adesso anche io indosso un capo in meno!” disse con innocenza che, però, ebbe l’effetto opposto su Terry.
    “Ah, Candy…” Terry sospirò e le sue mani trovarono le sue morbide guance.
    I suoi occhi azzurri affondarono in quelli di lei e senza esitazione avvicinò il suo viso al proprio.
    Le loro labbra si toccarono nuovamente ma, questa volta, Candy imitò Terry e cominciò a muoverle. Prima con esitazione, poi con un nuovo desiderio di conoscere la sua bocca che trascinò Terry. Senza pensarci due volte, le fece aprire le labbra e cominciò ad assaggiare la sua bocca con la lingua. Sentiva di stare bevendo il suo respiro. Il suo sapore dolce dava assuefazione. Così tanta che non riusciva a fermarsi, gli pareva impossibile. Voleva rimanere lì e baciarla per sempre, con gli occhi chiusi, poteva morire sulla sua dolce bocca. Poi le mani di Candy passarono dietro il suo collo e le sue dita si intrecciarono con i suoi capelli ancora bagnati. Sentì ogni poro del suo corpo che si tese. Le sue carezze mostravano la sua inesperienza, ma per Terry erano così sensuali che con un sospiro lasciò la sua bocca per esplorare il suo collo tenero. Tra baci appassionati, lasciò che le sue labbra assaporassero la sua pelle. Di tanto in tanto la lingua tracciava linee sul suo collo, altre volte i suoi denti le davano qualche piccolo morso. Nel suo delirio, Terry sentì Candy respirare pesantemente e piccoli versi uscivano dalle sue labbra appena separate. “Devo fermarmi… devo fermarmi…” si disse più volte, cercando di convincersi.
    “Terry…” Candy lo chiamò con una voce calda e profonda, che il ragazzo sentiva per la prima volta e gli faceva attorcigliare le viscere dal desiderio.
    Aprì gli occhi e la vide. Le sue labbra erano rosse e un po’ gonfie dai baci, appena separate. Risplendeva. Era la più bella creatura che avesse mai visto in vita sua! Il suo petto si alzava e abbassava ritmicamente e velocemente, cercando di respirare. Terry poteva quasi sentire il suo cuore battere. Quel cuore che lo aveva accettato con grande amore. Non c’era più alcuna logica per Terry, solo la consapevolezza di rimanere lì per sempre, in quel cuore amorevole. Solo il desiderio che tutta la sua vita fosse interna al suo cuore. In un movimento lento i suoi palmi toccarono il centro del suo petto e rimase fermo lì, appena sopra il suo cuore forte. Terry affondò il volto nel collo di Candy e cominciò a sussurrare.
    “Qui… per sempre… voglio stare… qui… per sempre…”
    Sembrava più una supplica che una richiesta. Come una preghiera, pronunciata ancora e ancora.
    Candy raggiunse l’orecchio di Terry e sussurrò: “Solo tu…”

    Il tanto desiderato giorno di San Valentino aprì gli occhi timidamente quel giorno e, assieme ad esso, i primi germogli della primavera cominciarono a sbocciare. Il college si trovava sin dalle prime ore in un tumulto festoso. Tutti gli studenti, ragazzi e ragazze, con occhi pieni di gioia e impazienza, avevano iniziato a riunirsi nella sala principale della scuola. Il rituale diceva che ogni ragazza, a conoscenza dalla sera precedente di quale ragazzo avesse il suo nome, lo avvicinasse e gli offrisse alcuni boccioli di mandorlo. Una volta terminato “l’accoppiamento”, sarebbe stato il momento di iniziare a ballare.

    “Patty, sto iniziando a preoccuparmi…” disse Annie alla sua amica, “dov’è Candy?”
    “Pensi che Terry non le abbia ancora parlato?! Abbiamo sbagliato a non dirle niente ieri sera?” chiese Patty, preoccupata.
    “Archie mi ha detto che dovremmo rimanerne fuori, che tutto sarà come deve essere, ma questa mattina, quando ho bussato alla porta di Candy, lei non c’era! Dove è andata così presto?”
    “Spero solo che non abbia fatto pazzie…” disse Patty.
    “E chi sarebbe che potrebbe aver fatto una pazzia?” chiese Stear.
    “Candy… non è ancora arrivata e non era nella sua stanza oggi!” replicò Annie quasi in lacrime.
    “Neanche Terry è qui, ma questo non è così strano!” aggiunse Archie.
    “Dovremmo cominciare a cercarli?” chiese Patty, passando una mano sulle spalle di Annie per rassicurarla.
    “Non ne abbiamo il tempo, il rituale sta iniziando,” disse Stear con tono piatto.

    E infatti Stear aveva ragione. La cerimonia era iniziata e finita in breve tempo, il ballo era cominciato ma ancora non c’era traccia di Candy e Terry, che spiccavano per la loro assenza. Era abbastanza tardi quando la festa stava finendo e il gruppo dei quattro amici stava cercando di trovare Terry e Candy. I ragazzi all’inizio provarono a guardare nella stanza di Terry, ma non lo trovarono, così come in altri posti a loro conosciuti, Terry era sparito come faceva spesso. Dopo aver deciso che non serviva a niente continuare a cercarlo, i due fratelli si incontrarono con Annie e Patty per vedere se le ragazze avessero scoperto qualcosa su Candy.

    Le trovarono sedute perplesse nella camera di Candy con una lettera tra le mani.
    “Che è successo?” chiese Archie nel panico, “dov’è Candy?”
    “Patty, che è successo?” chiese Stear, temendo per la risposta.
    La ragazza gli diede la lettera, senza parlare.

    Cari amici,
    Annie, Patty, Stear e Archie.
    Abbiamo deciso di lasciare il college.
    Ci dispiace se vi abbiamo fatti preoccupare, ma il nostro cuore ci ha detto
    che dovevamo far diventare il rituale la verità.
    Quando troverete la nostra lettera
    saremo già lontani,
    ma i nostri pensieri saranno sempre con voi.
    Candy & Terry


    Tutti e quattro rimasero immobili a leggere e rileggere la lettera.
    “Non capisco… cosa intendono con far diventare il rituale la verità?” Annie chiese tra le lacrime.
    “…Cara Annie, sai cosa faceva San Valentino per le coppie giovani…?” chiese Stear, ancora sotto shock.
    Patty improvvisamente capì, si coprì la bocca con la mano e le sue guance avvamparono.
    Gli occhi di Archie si spalancarono e non poteva credere a quello che stava per dire.
    “…Oh mio Dio… sono fuggiti insieme!”

    Allo stesso tempo, su un treno che si dirigeva in Francia, la testa bionda di una giovane ragazza si era appoggiata, addormentata, sulla spalla di un giovane dai capelli castani, che teneva in mano un libro e lo leggeva in un sussurro.

    “…Riditela della notte,
    del giorno, della luna,
    riditela delle strade
    contorte dell'isola,
    riditela di questo rozzo
    ragazzo che ti ama,
    ma quando apro gli occhi
    e quando li richiudo,
    quando i miei passi vanno,
    quando tornano i miei passi,
    negami il pane, l'aria,
    la luce, la primavera,
    ma il tuo sorriso mai,
    perché io ne morrei.” (*)

    Mai…” sussurrò Candy e intrecciò le dita a quelle di Terry.

    FINE

    (*) strofe dalla poesia "Il tuo sorriso" di Pablo Neruda

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